Le difficoltà sociali

le difficoltà sociali

La varianza di genere può comportare alcune problematiche relazionali e sociali, soprattutto prima e durante il periodo di transizione. Il contesto sociale non sempre è pronto e/o disposto ad accogliere esperienze identitarie e di vita “inattese” e questo potrebbe generare reazioni di rifiuto, allontanamento e, finanche, di discriminazione.

Gli studi in materia sottolineano la presenza di significativi livelli di pregiudizio, stigma e discriminazione rivolti alle persone con varianza di genere e, in particolare, il rapporto diretto e indiretto che pregiudizio, stigma e discriminazione hanno sulla salute psico-fisica di questa popolazione. Ciononostante, gli studi sottolineano anche che le persone con varianza di genere sono resilienti, in grado cioè di fronteggiare gli eventi stressanti e/o traumatici attingendo alle proprie risorse interne o a quelle comunitarie. Molto importante, infatti, è il ruolo della comunità costituita da persone con varianza di genere, che può rappresentare un fondamentale fattore protettivo per questa popolazione.

Gli ambiti in cui pregiudizio, stigma e discriminazione si manifestano sono tutti quelli della vita quotidiana: lavoro, studio, famiglia, ricerca abitativa, ecc.

LAVORO / STUDIO

In Italia non esistono normative esplicitamente discriminatorie, ma neanche norme a tutela delle persone con variazione di genere. Spesso, dunque, a causa dell’azione del pregiudizio, dello stigma e della discriminazione, succede che il diritto al lavoro non venga tutelato e che questa situazione determini una sorta di “cancellazione delle competenze” che rende arduo l’inserimento lavorativo e sociale.

Le persone con varianza di genere raccontano spesso le seguenti situazioni:

  • Non-assunzione: è una situazione molto frequente ma difficilmente contrastabile, data la difficoltà a dimostrare che essa sia avvenuta in ragione della condizione di varianza di genere.
  • Licenziamento: nel 1996 la Corte Europea per i Diritti Umani ha emesso una sentenza secondo cui i licenziamenti basati su motivi discriminatori costituiscano una negazione degli elementari diritti umani in materia di parità (discriminazione contro persona con varianza di genere = discriminazione su base sessuale); da allora sembra molto più raro che la motivazione del licenziamento venga esplicitamente riferita alla varianza di genere, ma i licenziamenti possono ugualmente avvenire riportando motivazioni ufficiali diverse.
  • Mobbing: situazione molto ma difficile da dimostrare. Il ricorso legale prevede un’esposizione forzata e spesso non voluta della propria situazione di varianza di genere. Di fatto, è frequente che la persona finisca col licenziarsi spontaneamente.
  • Perdita di mercato: anche nel caso di lavoro autonomo, è molto difficile contrastare l’esclusione dal mercato indotta dal disagio della clientela nei confronti delle persone con varianza di genere. È facile, inoltre, che si produca quella “cancellazione delle competenze” citata precedentemente, per cui la valutazione dell’offerta viene offuscata dalla reazione alla varianza  di genere.

SCUOLA

Un fenomeno piuttosto diffuso è il bullismo omofobico e/o transfobico, ovvero forme di prepotenze tra pari agite in un contesto gruppale le cui caratteristiche sono: (1) intenzionalità dell’atto aggressivo; (2) sistematicità e persistenza con cui quest’atto viene perpetuato; (3) asimmetria relazionale che richiama un forte squilibrio di potere in grado di impedire alla vittima di attuare comportamenti difensivi. Le modalità attraverso le quali la prepotenza e l’aggressività vengono agite possono essere fisiche (aggressioni fisiche, danneggiamenti, furti), verbali (insulti, derisioni, ingiurie) o psicologiche (manipolazioni relazionali finalizzate in particolare all’isolamento della vittima). Il bullismo viene esercitato spesso ai danni di persone che presentano caratteristiche individuali considerate indesiderabili o che, a vario titolo, sono parte di gruppi socialmente stigmatizzati, come può avvenire nel caso della varianza di genere.

Sia in alcuni contesti scolastici che in quasi tutte le università italiane, esiste da qualche anno la possibilità di assumere una “identità alias”, ovvero di riportare sul libretto cartaceo e/o elettronico il nome scelto dalla persona e corrispondente alla sua identità di genere percepita.  

SOLUZIONE ABITATIVA

Un altro aspetto che in alcuni casi può risultare problematica è il reperimento e la gestione di una abitazione.

Alcune persone con varianza di genere hanno raccontato i proprietari si sono rifiutati di dare in affitto l’appartamento a causa della presenza di una varianza di genere.

FAMIGLIA

Famiglia di origine. Il rapporto con la famiglia di origine può essere in alcuni casi molto problematico. Può essere infatti difficile “rivelare” ai propri cari di sperimentare una varianza di genere, e quando lo si fa può capitare di non venire capiti. Possono sorgere nei familiari meccanismi di rifiuto, negazione, tentativi di coercizione, vergogna, autocolpevolizzazione, rabbia, tutti sentimenti che possono produrre anche reazioni violente: abusi verbali, abusi fisici, espulsione. Esistono attualmente alcune Associazioni a cui i familiari possono rivolgersi per ricevere aiuto e supporto (citare AGEDO e Beyond Difference)

  • Famiglia costruita prima della transizione. Può capitare che la persona con varianza di genere abbia partner e figli prima di diventare consapevole dei propri vissuti interni. La legge 164/1982 prevede che l’intenzione di procedere con la transizione legale venga notificata ufficialmente a coniuge e figli e che la riattribuzione anagrafica comporti lo scioglimento del matrimonio. Nella realtà, la questione può essere molto più complicata: la “comunicazione” in famiglia avviene di solito ben prima della comunicazione del giudice e può generare conflitti, incomprensione, disagio e sofferenza a tutti i membri familiari. In questi casi può essere auspicabile avvalersi di un aiuto professionale. Una volta ottenuto l’adeguamento anagrafico (nei casi richiesti), è possibile contrarre un nuovo matrimonio e adottare dei figli. Purtroppo, però, la pratica di adozione viene spesso respinta sulla base della presunta inadeguatezza genitoriale e senza una valutazione effettiva, caso per caso, delle caratteristiche e delle condizioni della persona e della coppia.

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È di fondamentale importanza sotttolineare che quanto riportato ha avuto l’obiettivo di descrivere alcune possibili esperienze che le persone con varianza di genere potrebbero trovarsi a sperimentare. Ciononostante, l’intento lontano da qualsivoglia generalizzabilità.

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