Sul tema della disforia di genere si stanno moltiplicando nelle ultime settimane, sui giornali nazionali, articoli e servizi in cui si suggerisce che esistano degli interessi economici dietro l’emergere sempre più numeroso di persone che non si identificano nella modalità binaria dell’identità di genere. Ci sarebbero interessi delle case farmaceutiche (aumento della vendita di farmaci ) o dei chirurghi ( aumento della spesa per gli interventi ). Inoltre ci sarebbe una ideologia imperante proveniente dagli USA che offuscherebbe l’etica clinica dei professionisti che farebbero diagnosi con superficialità e faciloneria, senza esplorare nel percorso diagnostico ogni possibile sfaccettatura del disagio legato al corpo e all’identità creando una folla di de-transitioner.
Gli scritti apparsi sui giornali sembran riferirsi a letteratura di natura sociale, di un certo mondo femminista e poco alla testimonianza di chi vive questa esperienza o alle pubblicazioni scientifiche di chi lavora e approfondisce le esperienze delle persone con varianza di genere.
Parrebbe che i temi e le preoccupazioni sollevati (considerazioni sulla densità ossea, sulla reversibilità degli effetti dei farmaci somministrati, sull’effetto dello sviluppo cognitivo, sulla possibile natura traumatica o psicopatologica del vissuto di genere, sulla capacità di prestare il consenso informato dei minorenni, sui possibili effetti collaterali dell’uso della terapia gender affirminig, etc) non facciano parte del bagaglio professionale dei clinici che si occupano di questo campo e che non siano quindi il quotidiano accompagnamento delle decisioni delle valutazioni e del costante confronto con le persone gender variant e le loro famiglie.
I professionisti ONIG (psicologi, endocrinologi, neuropsichiatri, psichiatri, e chirurghi ) consapevoli della complessità dell’ambito in cui operano, tengono a sottolineare che, come indicato dagli Standard sui percorsi di affermazione di genere e nelle Linee guida per la presa in carico dei minorenni con sviluppo atipico della identità di genere, valutano caso per caso ogni sfaccettatura della storia sociale, psicologica, medica e famigliare delle persone che si rivolgono ai Centri Specialistici e che con le persone interessate discutono approfonditamente ogni elemento necessario affinchè ogni percorso e ogni decisione sia il più possibile vicina alle necessità soggettive, pienamente consapevole e informata.