Intorno ai 3 anni la maggior parte dei bambini e delle bambine esprime attraverso alcuni comportamenti i suoi interessi tipicamente maschili o femminili; successivamente, intorno ai 5-6 anni, la maggior parte di essi sembra avere una intensa necessità di comportarsi secondo quello che è considerato appropriato al gruppo dei maschi e delle femmine.
Può capitare però che un bambino voglia vestirsi con abiti femminili, che esprima disgusto per il pene e i testicoli o che esprima il desiderio che scompaiano. Può capitare che una bambina rifiuti decisamente di essere considerata una femmina, che rifiuti le mestruazioni, che non voglia vedere il seno crescere, che affermi che le sta crescendo un pene o che le crescerà. L'idea che la maggior parte di questi bambini hanno di se stessi è peculiare: non sentono di appartenere al genere loro assegnato alla nascita, alcuni addirittura sentono intensamente di appartenere al genere opposto a quello cui sono stati assegnati alla nascita. Sono bambini che dichiarano di sentirsi femmine oppure bambine che dichiarano di sentirsi maschi. Questo sentimento può essere più o meno marcato e intenso, spesso è transitorio e con la crescita viene superato, ma in alcuni casi può diventare persistente e strutturato intensificandosi con l'arrivo della pubertà. I bambini e le bambine e gli adolescenti che fanno questa esperienza possono soffrire intensamente di fronte alla incomprensione del loro vissuto e incontrare difficoltà dovute al tentativo di correzione che il mondo circostante può cercare di operare nei loro confronti.
Quando ci troviamo di fronte a bambini/e e adolescenti che vivono questa esperienza diciamo che presentano una Organizzazione Atipica dell’Identità di Genere (Atipical Gender Identity Organization A.G.I.O.). Questo vuol dire che pur nascendo del tutto uguali agli altri dal punto di vista cromosomico, gonadico e anatomico, crescendo non si identificano con il sesso loro assegnato alla nascita.
I bambini/e e gli adolescenti che vivono questa esperienza, così come le loro famiglie, incontrano difficoltà e problematiche peculiari.
L'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere ha cominciato ad occuparsi di quest'area in modo integrato e coordinato dal 2008, arrivando a produrre delle Linee Guida di presa in carico.
Le Linee Guida O.N.I.G. si basano sulla formazione maturata dai professionisti O.N.I.G con la frequenza ai corsi di formazione presso le più importanti Cliniche Europee esperte in questo campo, attraverso la supervisione clinica con esperti internazionali, attraverso l’ analisi della situazione italiana dal punto di visto legislativo, sanitario e sociale per ciò che concerne questo ambito, dopo avere consultato giuristi e figure istituzionali preposte alla protezione dell’infanzia.
La presa in carico secondo le Linee Guida O.N.I.G. pone l'attenzione al sostegno alle famiglie, al/la giovane, al lavoro con l'ambiente sociale, soprattutto con le scuole, affinché lo sviluppo dei giovani sia il più possibile sintonizzato sulle delicate sfumature identitarie che lo Sviluppo Atipico comporta.
Le Linee Guida O.N.I.G., inoltre pongono l'accento sulla delicatezza del percorso evolutivo di questi giovani e sottolineano la necessità di procedere con una attenta valutazione multidisciplinare di ogni singolo caso per una presa in carico graduale , in armonia con le tappe di sviluppo.